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Racconti da Marahan -> Ciò che disse il vento, di Pierfazz@IMM -> In volo verso Eartara, nono Nehener Stagione Calante
Ethal non aveva mai volato prima, e l'onore di essere uno dei primi civili a salire su di un veicolo sperimentale dell'impero non gli era di molto aiuto. Nonostante lo splendido paesaggio e le condizioni meteorologiche favorevoli al volo non riusciva a smettere di pensare all'alto grado di imprecisione da cui, almeno nel suo laboratorio, erano afflitte le applicazioni psicoscientifiche, anche le più semplici. E ciò che li stava trasportando, era, al contrario, un meccanismo terribilmente complesso. C'erano centinaia di leggende inerenti il periodo del pre-olocausto, in cui si narrava di un massiccio utilizzo del volo indotto con mezzi psicoscientifici, anche per scopi bellici. Ma quasi tutte quelle conoscenze erano state perse, risvegliate da un unica biblioteca sinaptica che pretendeva orgogliosa di poter ripristinare ciò che era stato creato nei secoli dei secoli. Per Ethal al contrario era successo tutto in un lampo: la fine dell'apprendistato, l'inizio della carriera di ricercatore, i primi sospetti sulla validità di certe teorie. Si era lanciato nel mondo della psicoscienza con l'impeto di chi lotta per la propria vita, e quando la stanchezza lo aveva costretto ad allentare un po' la corda gli era bastato trattenere il fiato. Non sarebbe potuto intercedere neanche volendolo.
- Ethal, te l'ho mai detto che è stato scientificamente provato che un uso troppo riflessivo delle nostre facoltà mentali può portare alla morte?
Manil era seduto accanto allo psicoscienziato e lo guardava con fare di rimprovero. I sui capelli neri, ritti sopra la testa, convergevano in maniera innaturale poco sopra la sua fronte e sembravano puntare con fare accusatorio qualsiasi persona cui Manil si rivolgesse.
Entrambi gli scienziati indossavano un abito Barianoriano bianco specificamente studiato per le occasioni di gran gala. Esso, nello stile tipico di Barianor, rifletteva una pratica sobrietà che si manifestava nelle maniche abbondanti e nell'assenza quasi totale di ornamenti. L'unico simbolo visibile era uno stemma della repubblica, appoggiato sul cuore di ambo gli scienziati.
- E io telo ho mai detto, Manil, che il mio pensare contribuisce anche al tuo stipendio, visto che vivi all'ombra delle mie ricerche?
- Si ma almeno sono divertente. Tu invece ti stavi probabilmente chiedendo il perché del fattore ciclico della storia o...
- Mi chiedevo come fa questo aggeggio a volare, e soprattutto come possano garantire la sicurezza di chi è a bordo, visto che...
- Scusi se la interrompo signor Chandekar ma temo che la sua sia solo una deformazione professionale.
Sentire una nuova voce dopo quasi due ore ebbe un effetto a dir poco sconcertante.
Da quando il viaggio era cominciato il pilota era rimasto in un totale stato di apatia. Non li aveva neanche salutati quando erano saliti a bordo nel cortile del collegio di Tiera. La navetta (una sorta di prisma triangolare costituito di una lega d'acciaio dal colore scuro e interamente ricoperta da una selva di cavi e tubi dello stesso materiale) era scesa e li aveva accolti nel silenzio. I due erano seduti su di una panca comodamente imbottita che giaceva esattamente di fronte al navigatore.
- Mi presento e mi scuso per la nostra trascuratezza in campo diplomatico. Io sono Moko Tajira e il mio rango attuale è quello di Sotto Consigliere ai Trasporti. Vi do anzitutto il benvenuto a nome dell'imperatore dell'Ovest. Avrei dovuto farlo già al momento del vostro accesso a questa Navetta Psicoscientifica ma dei guasti al sistema di collegamento mi hanno costretto a fare da sostituto al cervello di guida. Ora stiamo sfruttando un campo di psico-onde indotto cerebralmente direttamente dalla capitale, e a questa distanza potevo permettermi di cessare l'attività di amplificazione.
Ethal e Manil ricambiarono il saluto sollevando la mano destra e piegando le tre dita prescritte.
- Credevamo fosse morto, avremmo avvisato la centrale non appena avessimo avvertito cattivo odore.
- In realtà - corresse Ethal, che cercava di nascondere un inspiegabile imbarazzo - lo avevamo immaginato solo che credevamo che avrebbe mantenuto il silenzio fino al nostro arrivo.
Le nuvole che avevano circondato fino a quel momento la navetta si diradarono permettendo ai due Barianoriani di ammirare la maestosità di Llumia. La morbida bambagia fu sostituita con stridente contrasto dai duri picchi delle catene di Harast e la navetta sembrò per un istante un sasso lanciato nel vuoto celeste.
- Abbiamo superato la turbolenza oceanica, ora potrete godervi il panorama.
Le montagne scorrevano lentamente in file irregolari ricordando mostruose effigi spazzate dal vento inumano dell'inizio del mondo.
Fu Ethal a rompere il silenzio che quello spettacolo di primigenio stupore aveva causato.
- Da quanto l'impero possiede induttori così potenti?
- Da poco, e comunque è una tecnologia ancora in sperimentazione. É discretamente costosa e la usiamo di solito solo per le grandi occasioni.
- Questo ci lusinga...
- Ma non ci piace, chi ci garantisce che non precipiteremo?
Manil era sempre stato il più diretto dei due.
- Signori, io credo che voi dovreste fidarvi dell'esperienza e del sapere dei nostri antenati oltre che delle vostre teorie. Questa capsula è stata costruita seguendo dettagliati progetti salvatisi alla distruzione ed è stata ampiamente testata.
- Si potrebbe obbiettare che l'utilizzo di apparecchiature di cui non si conosce il funzionamento potrebbe portare presto all'autodistruzione, a un olocausto, per così dire, "pacifico".
- Si ma solo se quello che lei giudica un utilizzo sconsiderato non venisse accompagnato da una continua ricerca. E questa non mi sembra mancare signor Chandekar.
- No di certo soprattutto considerando la competitività che la ha caratterizzata in questi anni.
- A proposito signori, quella che vedete la all'orizzonte è La catena montuosa del Whirgast che divide il nostro impero dal regno Whirtar e vi assicuro che ben pochi possono vantare di averla vista in tutta la sua lunghezza.
Attraverso il materiale trasparente che costituiva la parte frontale della navetta si poteva scorgere una lunga catena montuosa di una compattezza tale da non lasciare neanche immaginare cosa si celasse alle sue spalle. La navetta si inclinò per permettere una migliore visuale. Ai piedi di quel lungo drago dalla pelle di pietra si potevano scorgere numerosi segni di una fiorente nazione e della riconquistata civiltà. Legami psichici convogliati da chissà quali impianti si avvolgevano in larghe spirali che sebbene divenissero meno intense in luminosità, aumentavano in raggio e spessore, trasformandosi non molto lontano dal suolo in eteree colonne di luce per poi scomparire del tutto. Le città erano ridotte a macchie quasi impercettibili e non vi era nessuna traccia del movimento frenetico che sicuramente avveniva al loro interno.
Ethal avrebbe voluto chiedere quale fosse la causa di quelle spirali di energia, o se abbassandosi esse sarebbero apparse più nitide oppure avrebbe chiesto i nomi delle varie città, la loro storia e lo stile di vita dei loro abitanti. Le vicende umane, lontane da essere la banale ripetizione di uno stesso ciclo sanno sempre rivelarci nuove meraviglie. Questo gli richiamò alla mente il racconto di un suo collega. Era stato coinvolto in un esplosione durante un processo di accumulazione di Yineroni ad alta velocità e sosteneva di aver visto l'anima dei suoi compagni evaporare dalle loro ferite e disperdersi nell'aria come vapor acqueo. Era stato ricoverato in una clinica poco dopo la sua guarigione e non l'aveva più rivisto. Ripensò per un attimo alle spirali che aveva visto poco prima e rabbrividì. Poi una voce dall'Inferno:
- Ethal, credo che mi dovrai prestare un po' delle tue paranoie, le mie le ho dimenticate a casa.
Capitolo 1: Eartara, ottavo Sener Stagione Calante
Capitolo 2: Odowin, lago Kuur. Ottavo Nehener Stagione Calante
Capitolo 3: In volo verso Eartara, nono Nehener Stagione Calante
Capitolo 4: Odowin, Pianura di Miduneer, in viaggio verso i monti aguzzi
Capitolo 5: Eartara, Palazzo dei consiglieri. Nono Ahoer Stagione Calante
Capitolo 6: Villaggio dei Mahari, nono Ahoer Stagione Calante
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