Palco 51, sera del 3° nehener crescente (6 aprile)
Dopo una veloce ma accurata scrittura il contratto, con tanto di postille, è pronto per essere firmato, Autolicus lo legge senza capirlo ma firma subito fidandosi delle capacità di Rollone perché si sa, “lui di cose ne scrive tante e ha molta esperienza”. Gli altri si riserbano del tempo per prendere una decisione magari al ritorno dalla collina delle ossa stretti intorno ad un tavolo con un paio di birre in corpo.
Porta Nord di Belkar, alba del 3° ahoer crescente (7 aprile)
All’appuntamento alla porta nord il barone si presenta con un ora di ritardo, Belletto e Rollo in testa al gruppo fanno da guida mentre il barone viene mantenuto al sicuro all’interno del gruppo. Belletto fa l’errore di chiedere al barone dei racconti di guerra e il nobilastro, come lo ha subito definito JJ alle spalle, si rivela essere un insopportabile cafone guerrafondaio.
All’inizio il bosco è abbastanza comune con sentieri ben tracciati e segni di attività di boscaioli. Poi all’improvvisco il bosco si infittisce le fronde lasciano l’area in penombra e tutto sembra coperto da una spessa coltre di muschio. Dopo un po iniziano a vedersi dgli strani segni per terra, strisce irregolari lasciate sembra dal passaggio di numerosi grossi insetti, Belletto identifica un odore strano provenire dalle striscie e Autolicus ricorda aver visto da bambino delle formiche che migravano in colonne lasciando una scia simile a quella. JJ si siede spazientito per terra mentre Autolicus analizzando l’area scopre che sono insetti che comunicano con tracce olfattive e la scia più fresca passa proprio dove si è seduto JJ impregnandosi le brache di quel cattivo odore.
La scia viene seguita nella speranza di trovare un grosso animale che si ciba di quegli insetti e finisce dento un buco tra le rocce. Nei pressi si trovano delle ossa di animali di taglia media. Rollone lancia una pietra dentro la tana per fornire una preda al barone, dopo poco si inizia a sentire del trambusto ed escono una dozzina di esemplari di insetti color ambra che sembrano gonfi come dei palloncini. Il primo comincia a fremere e l’aria si satura di cattivo odore. Gli insetti attaccano, un buona metà si dirigono verso JJ probabilmente sentendo l’odore della scia di cui si è sporcato. Belletto ne congela alcuni Rollone con una pietra ne fa rotolare uno a lato mentre JJ con un colpo di spada ne uccide uno che esplode schizzando un liquido misterioso che schiva agilmente per un soffio. Il barone con una potente martellata ne schiaccia un altro e viene investito da un getto di acido poi si disinteressa della battaglia per lavarsi via il liquido con la scorta di acqua. Choro (la Giada nera) vedendo questa scena si trattiene dal portare il colpo per evitare di fare la stessa fine. Gli altri insetti a pochi metri iniziano a rotolare e tentano di mordere i garetti, uno di questi con un gesto suicida esplode ai piedi di Autolicus ferendolo.
Autolicus uccide un paio di insetti a distanza poi Rollo al grido di “ora invento un nuovo gioco” con un potente e preciso calcio col collo del piede lancia nella tana un insetto gridando “PIEDIBUCA!!!”, dopo questa scena Choro con un preziosismo alza una pietra col piede e la calcia contro l’ultimo degli attaccanti uccidendolo.
Analizzando le carcasse Autolicus capisce che vivono in grandi comunità e sono delle mutazioni non “naturali” Klik inoltre ricava una sorta di granata corrosiva dal corpo non esploso di uno di loro. Rollo esaminando l’entrata della tana trova una vecchia sacca col simbolo del soffione e all’interno una corda mezza mangiata da una strana muffa nera che si rivela essere utile per corrodere all’occorrenza una certa quantità di materiale.
All’ora di pranzo il barone pretende di fermarsi per mangiare, durante il pattugliamento dei dintorni vengono rinvenute le tracce di un grosso cinghiale. Seguendo le tracce si arriva all’entrata di una grotta, il piano del Barone è far entrare un piccolo gruppo per stanare la bestia per poi attaccarla all’aperto. La grotta è vuota ma all’interno ci sono dei vecchi giacigli umani e si trova un’altra sacca col simbolo del soffione con un libretto malconcio dentro. Rollo la mette da parte per leggerla con più calma ed evitare visto le sue condizioni che gli si sfaldi in mano.
Viene creato un campo nelle vicinanze e il barone con altri di scorta si appostano sotto vento in attesa di fare un agguato all’animale. Rollo stende una coperta all’asciutto e mette mano al libretto che per la verità è meno delicato di quanto pensasse, sembra che abbia messo mano ad un diario che risale ai tempi della resistenza...
Fine diciassettesima puntata.