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Racconti da Marahan -> Ciò che disse il vento, di Pierfazz@IMM -> Villaggio dei Mahari, nono Ahoer Stagione Calante
- Tu sopravvaluti la tua cattiva sorte Valdir.
Mor stava facendo abbrustolire del pesce sopra di un fuoco. Valdir aveva vissuto le scene seguenti il suo arrivo cullato nell'incoscienza del sogno, drogato dalla sua ingenuità. Dopo l'uccisione della creatura Mor aveva estratto il suo coltello rituale. Essa era svanita in un guizzo di polvere ed una guerra incredibilmente violenta si era scatenata tra gli animali che lo circondavano. Ai due era bastato aspettare che la maggior parte di questi si fossero donati morte reciproca prima di incamminarsi di nuovo verso il villaggio.
- Quelle creature si risvegliano molto di rado e di solito non lo fanno per caso. Hai visto come ha ridotto quella parte di bosco, in quale stato pensi che sarebbe se la loro comparsa fosse una cosa all'ordine del giorno?
- Ti ripeto che la mia sfortuna ultimamente ha raggiunto picchi inaspettati.
- Si ma la guardia? Che mi dici del suo errore? Gli avevo detto che mi sarei addentrato nel bosco indicandogli la direzione opposta a quella dell'acquitrino. Eppure lui ha capito l'esatto contrario, come se fosse stato qualcun'altro a parlare.
- Non tela prendere con la guardia, comunque non è stata colpa sua. Fraintendere è umano.
- Non lo farei comunque. Sapeva che la zona dell'acquitrino è pericolosa, ma ti aveva anche riconosciuto come capo villaggio. Ti ha lasciato andare perché credeva non avresti avuto problemi, non posso biasimarlo.
Mor si alzò per togliere i due pesci dallo spiedo. Poi dopo averli riposti su di una pietra diede un recipiente con del liquido a Valdir.
- Bevine, è un ottimo antidoto; e serviti pure, immagino che avrai fame.
- Credo di sì.
Valdir bevve e mangiò nel totale silenzio. Poi si voltò verso Mor.
- Sembra che ti aspetti che dica qualcosa.
- Voglio che mi spieghi a cosa ti è servita quella mandragola, e perché qualcuno con un potere pari forse a quello degli dei sta cercando di ucciderti.
- Tu vaneggi. Sai anche tu che per destare punizioni divine...
- Ti ho appena salvato la vita, e non ho il diritto neanche di sapere? Se è solo la mandragola che ti interessa, prendila e vattene.
Valdir si massaggiò la fronte con una mano.
- Mi sto dirigendo verso i Monti Aguzzi. Ho usato la mandragola che mi avevi procurato durante la mia ultima visita per sondare i miei sogni. Colui che mi sta tormentando vuole che mi diriga lì, e io lo farò. É per questo che mi serve quell'erba, per scalare i monti.
Un ombra scese sul viso di Mor. Lo aveva sospettato e ora ne aveva la certezza.
- É Godymialyhi vero?
- É possibile. E probabilmente vuole soltanto divertirsi. Ma non posso rischiare, se fosse davvero importante?
- Ti capisco ma...
- Non del tutto temo. Tu non hai viaggiato da sveglio nell'incubo di un dio. Anche nel mondo dei sogni nessuna opera umana può eguagliare quella divina. Le cose terrificanti che ho visto per me sono già realtà. É il rischio che si corre a viaggiare nei sogni: queste sono impresse nella mia memoria come se le avessi vissute e non voglio che anche la mia gente le debba affrontare. E poi ormai si tratta di una cosa personale. Voglio sapere il perché, anche a costo della vita.
Mor sapeva che quello non era solo una rabbia passeggera dettata da uno stato confusionale. Valdir era sempre stato giusto e di una testardaggine irraggiungibile.
- Valdir, giocare con gli dei ti porterà solo alla morte. La tua superbia ti ucciderà come ha ucciso molti prima di noi. E non sarà il fatto che insegui una giusta causa a proteggerti, perché sono gli stessi dei a decidere cosa è giusto e cosa no. Essi intervengono di rado se non è l'uomo a chiederglielo. Dimentica tutto e nasconditi in una zona tranquilla lontano da luoghi ove la loro influenza è debole, e non ti toccheranno.
- E smetterò di sognare?
- Questo non lo so...
Mor capì che non poteva fare altro che tacere. Valdir stava fissando il bosco.
- Qual' è il suo nome, della creatura intendo?
- Non ne ha, gli antichi sembravano non conoscerla. Molti la chiamano elementale della morte, ma a me sembra un po' eccessivo nonostante il suo potere. Secondo alcuni è stata generata da uno stregone al momento della sua morte. Sarebbe stata la disperazione e la sfiducia nella vita a crearla. Ne abbiamo avvistati solo tre in cento anni.
- Sembra piuttosto forte.
- L'importante e sapere come combatterlo, come tutti gli spiriti d'altronde.
Ci fu un attimo di silenzio.
- Partirò stanotte.
Mor capì che lo faceva per proteggere il villaggio e non si oppose. Gli altri dei lo avrebbero ostacolato con ogni mezzo lecito. Estrasse un pugnale dalla sua sacca.
- Prendi anche questo, è consacrato a Louse. Sembra che quegli esseri temano la fertilità e l'evoluzione. Ti sarà utile se incontrerai esseri simili.
Valdir raccolse il pugnale e se ne andò. Per la seconda volta abbandonava un villaggio. Ma stavolta una notte buia e inospitale era testimone del suo silenzioso addio. Le nuvole si stavano addensando e incombeva, silenzioso, un temporale.
Capitolo 1: Eartara, ottavo Sener Stagione Calante
Capitolo 2: Odowin, lago Kuur. Ottavo Nehener Stagione Calante
Capitolo 3: In volo verso Eartara, nono Nehener Stagione Calante
Capitolo 4: Odowin, Pianura di Miduneer, in viaggio verso i monti aguzzi
Capitolo 5: Eartara, Palazzo dei consiglieri. Nono Ahoer Stagione Calante
Capitolo 6: Villaggio dei Mahari, nono Ahoer Stagione Calante
Racconti da Marahan -> Ciò che disse il vento, di Pierfazz@IMM -> Villaggio dei Mahari, nono Ahoer Stagione Calante