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Racconti da Marahan -> Ciò che disse il vento, di Pierfazz@IMM -> Eartara, Palazzo dei consiglieri. Nono Ahoer Stagione Calante
- Dunque Ethal ripassiamo.
La voce di Manil era più rilassata del solito. Era incredibile quanto sarcasmo riuscisse ad accumulare per poi sfogarlo in presenza di estranei. Questa tecnica in psicologia aveva un nome ben preciso, la strategia dell'alligatore, o qualcosa di simile.
- Noi veniamo in pace e, vogliamo soltanto vivere un rapporto di intesa e reciproco scambio con voi umani, e totalmente avulsi dai vostri scontri di potere non vogliamo ne causare inutili battibecchi, ne essere toccati dalle vostre guerriglie di merda. Perciò vi chiediamo a nome del mondo tutto di non rompere i...
- Non è così semplice Manil - Ethal non sembrava affatto divertito - e tu lo sai meglio di me.
Da quando era sceso dalla capsula non aveva fatto altro che cadere in pause riflessive, e questo preoccupava Manil.
- Non abbiamo la più pallida idea del vero motivo per cui siamo qui, e più ci penso, più la nostra posizione attuale mi sembra assurda. La repubblica Barianoriana attendeva da quasi un secolo di poter fare il passo decisivo. E proprio ora che avevamo staccato quasi definitivamente le corporazioni gli diamo l'opportunità di fregarci il progetto.
Manil si passò una mano sulla testa sbuffando, come per mantenere la calma. I capelli si adagiarono dietro la fronte formando una lunga chioma e dandogli un'espressione volpina. Tentò di non alzare la voce ottenendo qualcosa di molto simile a un ringhio.
- Senti! Io credo che la tua maledetta capacità di pensare sia il più stronzo regalo che i molti dei che popolano il nostro cielo ti abbiano fatto, perché oltre a metterti in situazioni di merda come queste, ti ci fa anche ragionare sopra. Ethal noi siamo scienziati, non politici, e non capiremmo cosa si sta tramando alle nostre spalle nemmeno se venisse perpetrato alla luce del sole. Perciò quello che a te pare assurdo magari...
- Manil, basta! Attaccare gli altri per sfogarti può anche funzionare, ma non con me.
Ethal non aveva affatto cambiato tono di voce e continuava ad osservare un paesaggio simulato.
- Ci hanno mandato senza un briciolo di scorta in un territorio a rischio, pur sapendo che senza noi due il progetto non potrebbe assolutamente continuare. Non solo hanno rinunciato al vantaggio della segretezza, ma stanno anche mettendo a repentaglio la riuscita dell'intero progetto. Lo hai detto, noi siamo scienziati, perché non lo hanno fatto esporre a un ambasciatore il progetto?
- Perché l'ambasciatore è qui da già una settimana e si è sorbito cene, conferenze e altre cerimonie simili. Il progetto è nostro e sta a noi esporlo, chi altro potrebbe rispondere ad eventuali domande? E poi te lo immagini l'ambasciatore che parla di Naga-reattori! Io mi preoccuperei piuttosto delle reazioni che potrebbe avere l'opinione pubblica. Llumia non è famosa solo per l'ampio uso di psicoscienza. É anche il continente con il maggior numero di templi Vajra e Tendai e potrebbe meritare la nomea di capitale dello spiritualismo rituale. Saranno presenti anche dei monaci alla conferenza, e forse dovremo temere più loro che chi ci ospita. Per non parlare poi di eventuali fondamentalisti. Stiamo per sostenere davanti a un pubblico vasto nel numero, quanto nelle classi sociali che lo compongono, un'elaborata teoria il quale unico risultato comprensibile sembrerà essere che è il caso che domina il mondo, e non penso che tutti lo digeriranno con facilità. La maggior parte di loro probabilmente recepirà solo questo, e forse la cosa li renderà così nervosi da fargli decidere di metterci a tacere.
Ethal si alzò lentamente senza staccare gli occhi dall'immagine di un mare tropicale popolato da vari pesci esotici. La stanza in cui li avevano alloggiati era un grande salotto con due letti sistemati ai due angoli opposti. Vari psico proiettori tentavano di ovviare alla carenza di finestre e sia i mobili sia i tendaggi che coprivano tutte le pareti (soffitto compreso) erano copie di arazzi dell'era d'oro di Llumia, quando frequenti erano i fasti di corte e parte del continente non era ancora stato desertificato. Ethal si attorcigliò attorno a un dito un cordone che forse aveva avuto la funzione di chiudere il tendaggio, poi staccando gli occhi da una grossa seppia iridata guardò Manil. Un sorriso gli si dipinse in faccia.
- Non sono più abituato a vederti così
- Se è perché ho detto ben due frasi senza un insulto alla tua persona recuperiamo subito maledetto psicoscientista agnostico dall'alito pesante.
- No, mi riferivo ai capelli, sei molto ... leonino.
Manil si tastò la testa per poi riportare con un gesto della mano i capelli all'originaria acconciatura.
Questi vibrarono per un attimo prima di acquistare rigidità come elettrizzati.
- Bei tempi quelli in cui la tecnologia non ci permetteva simili stravaganze.
Ethal sembrò nuovamente perplesso:
- Manil, e se noi fossimo soltanto esche? Magari la repubblica ci ha già sostituito, o ci ha venduto in cambio di nuove tecnologie.
La porta si aprì e l'ambasciatore di Barianor, seppur longilineo, apparve maestoso, sfoderando il fasto del suo abito da ufficiale.
- Be se è così, ormai è troppo tardi, aspettiamo solo voi per cominciare.
- Inizia il tiro al bersaglio - pensò Manil, prima di assicurarsi che la ciocca che sovrastava il suo capo fosse correttamente appuntita.
Capitolo 1: Eartara, ottavo Sener Stagione Calante
Capitolo 2: Odowin, lago Kuur. Ottavo Nehener Stagione Calante
Capitolo 3: In volo verso Eartara, nono Nehener Stagione Calante
Capitolo 4: Odowin, Pianura di Miduneer, in viaggio verso i monti aguzzi
Capitolo 5: Eartara, Palazzo dei consiglieri. Nono Ahoer Stagione Calante
Capitolo 6: Villaggio dei Mahari, nono Ahoer Stagione Calante
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